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IL PERDIGIORNO 002

Joseph von Eichendorff
LA STATUA DI MARMO


186 pagine

Destinazione



Spettatore della fine di un'epoca, ma anagraficamente troppo giovane per averne potuto apprezzare i fasti, Joseph Karl barone von Eichendorff (1788-1857) trascorse la prima parte della propria esistenza nello sforzo di sopportare l'urto della storia e di ritagliarsi un posto al riparo dalle delusioni e dai rivolgimenti traumatici del suo tempo. È durante gli anni dell'università, segnati dall'occupazione francese degli stati tedeschi e dal tracollo finanziario della famiglia, che il giovane entra in contatto con gli ambienti romantici: la scoperta di Tieck, Novalis, Görres e, soprattutto, la lettura di Arnim e Brentano influenzano in misura determinante la sua evoluzione poetica, ma allo stesso tempo mettono in risalto lo scarto temporale che lo separa dalla più giovane generazione di romantici. Prima della pubblicazione della novella capolavoro dell'Ottocento tedesco Aus dem Leben eines Taugenichts (Vita di un perdigiorno), La statua di marmo, con la sua sorprendente sintesi di Classicismo e Romanticismo, occupa un ruolo peculiarissimo nell'opera di Eichendorff, ed è indubbiamente significativa nel variegato panorama romantico di inizio secolo. In questa sede la presentiamo in edizione critica, in nuova traduzione e accompagnata dal testo che le fece da modello, Lo straordinario fantasma di Lucca di E. W. Happel.